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Santillo 1970: l'importanza dell'arte sartoriale

 “Dopo tutto non è con la mente che si crea un’opera d’arte. Ma con le mani”.  Picasso  


Nel corso della seconda metà del XIX secolo l’industrializzazione portò a un cambiamento radicale dove numerose attività artigiane andarono a morire. William Morris imprenditore inglese si rese conto dei frutti di tale fenomeno e aprì un’industria per l’arredamento dove restituiva al lavoro operaio quella spiritualità , quella qualità e quel sentimento che erano stati eliminati dalle macchine.
A dimostrazione della storia come  "corso e ricorso" , nonostante l’essere in Italia e nel XX secolo, vi è chi cerca nuovamente di affermare l’importanza della prodotto manuale, in un’ epoca in cui le macchina hanno preso maggiormente  “piede” nella nostra società. La qualità stessa ha lasciato ampio spazio alla quantità e al prodotto commerciale: pronto per essere venduto. Così come William Morris tentò e riuscì ad affermare l’importanza e l’unicità del prodotto realizzato dall'uomo, oggi Gennaro Santillo della celebre camiceria Santillo con la sua produzione già iniziata dalla madre nel 1970 e continuata con i  fratelli: Annaluce e Saverio continua a  portare in alto il nome del “Made in Italy” e soprattutto l’importanza della qualità e della manualità, che trasformano un oggetto uniforme, in un capo personale ed unico.
Vi lascio alle parole di Gennaro per capire a pieno quanto nell'introduzione detto.

                  

-        La camiceria Santillo è nata nel 1970 dalla forte passione di sua madre, in seguito trasmessa a lei e ai suoi fratelli. Qual è il segreto della vostra produzione?
Il segreto è in primis l’amore per questo lavoro, l’etica nel rispettare la produzione del realizzato “ a mano” e non da meno la la tradizione.  La mia famiglia che è custode e mandatario di tutto ciò, senza questi elementi, Santillo 1970 non avrebbe modo d’esistere.
-         Sul sito ufficiale è riportata in grassetto la frase:” non è la moda a fare la storia, ma la sartoria”. Un concetto che esprime l’intera visione del marchio?
 L’aforisma è del grande Maestro sarto Renato Ciardi,  incarna perfettamente la visione che abbiamo nella nostra camiceria.
-        Quanto tempo impiegate per realizzare una camicia su misura?
Le rispondo con una battuta che faccio sempre ai clienti, per un’opera d’arte “ci vuole il tempo che ci vuole” ( sorride ndr ) . Scherzi a parte la sartoria ha bisogno di tempistiche che variano in base alle esigenze del cliente
-        Come distinguere una camicia di qualità da una camicia “industriale”?
 Per realizzare una camicia l’industria impiega 8 minuti, le nostre camicia richiedono minimo 3 ore e mezza di tempo. Oltre a ciò, a fare la differenza è la ricerca del perfetto tessuto, il taglio interamente a mano, i colli intelati come un tempo, tecnica che in Italia facciamo oramai solo noi ( aggiunge con un tono tra il fiero e al tempo stesso critico ). Fondamentale anche la ricerca della giusta vestibilità e la pertinenza in base al cliente.
-        Le particolarità delle camicie realizzate da sarti sono:  collo, carrè e bottoni. Quale sono i modelli e  i canoni a cui fate riferimento?
 La cura maniacale dei dettagli e l’applicazione del vecchio metodo tradizionale.

-        Oltre alla produzione delle camicie avete introdotto la realizzazioni di abiti su misura: com'è nata tale idea?
L’idea è nata dieci anni fa,  oggi abbiamo una piccola produzione esclusiva di abiti fatti davvero tutti a mano e realizziamo solo 100 pezzi all'anno.
-        I suoi prodotti sono amati ed esportata anche all'estero. Cosa secondo lei viene maggiormente apprezzato?
 I nostri capi raccontano una storia, ogni nostro prodotto ha il sapore della nostra terra, legata alla manualità che parte dalla Magna Grecia e viene tramandata ai nostri giorni. Questo il cliente lo sa è  nota l’ unicità e l’amore con la quale è stato realizzato il prodotto.
-        Quanto ritiene importante creare abiti Made in Italy?
 Il Made in Italy deve tornare ad essere un valore aggiunto, non uno specchietto per le allodole, noi nel 2014 abbiamo lanciato la Filiera etica e sostenibile, che parla di "tracciabilità" anche nell'abbigliamento. Questo deve essere il valore aggiunto per L’Italia. Fondamentale fare fatti e non chiacchiere.
-         Descriva il suo brand
Tradizione, ricerca e innovazione.
-        Un personaggio che le piacerebbe vestire e perché?
      Gianni Agnelli, anche se purtroppo non è più tra noi, lo ammiro molto.
-        I dettagli fanno la differenze: quant'è importante nel suo lavoro la ricerca del particolare?
 Noi siamo artigiani del Terzo Millennio, le tecniche sartoriali rimangono quelle di 100 anni fa,   la ricerca è tutto: il restauro di telai antichi, i tessuti creati da noi, fibre antiche come la ginestra, il lino, il cotone ; coltivati, preparati, filati in Calabria. Tutto questo avviene utilizzando le nuove forme di comunicazione come i social e la vendita online con un prodotto in taglia concepito come un su misura, che permette a  clienti nelle varie parti del mondo di poter indossare un nostro capo esclusivo.
-        Definisca la moda secondo la sua personale visione
 Sono un romantico: la moda di oggi non mi piace, si punta solo sui numeri, non trasmette emozioni e i capi non hanno nulla da raccontare. Gianni Versace, Gianfranco Ferrè, Valentino, Giorgio Armani sono geni assoluti, artisti, visionari, innamorati del loro lavoro ma ahimè non ne vedo più di personaggi così. Gli unici che attualmente nel loro concept  attuano quanto detto sono Domenico Dolce e Stefano Gabbana.
-        Se la moda fosse una canzone quale sarebbe?
Più che una canzone una musica, quella di Mario Monicelli nel film di Sergio Leone “Per un pugno di dollari”.

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             Dia due motivi per cui scegliere i suoi prodotti
Per la fattura del capo e per la tracciabilità. Tutti i materiali con la quale produciamo i nostri capi sono fatti interamente in Italia, sia i bottoni che i filati e gli stessi  tessuti.
-         Primo giorno di lavoro in un celebre studio legale, qual è secondo lei il modello di camicia Santillo più adatto?
 La Connery, camicia bianca in popeline doppio ritorto collo italiano rivisitato, un must della camiceria Santillo.
-        In una intervista del 2014 parlava della realizzazione di capi anche femminili. A che punto si trova oggi tale progetto?
 Dovremmo lanciare a Gennaio 2016 4/5 modelli esclusivi . Una capsule che trae ispirazione dalle donne più eleganti di sempre  Jacqueline Kennedy,  Audrey Hepburn, Grace Kelly.
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          Il suo “idolo” nello stile ?
  Ne ho più di uno, in  ordine d’importanza: Gianni Agnelli, Beppe Modenese e Matteo Marzotto.
-        Il suo sogno nel cassetto?
Da napoletano a metà, da parte di padre, sono scaramantico e non posso dire nulla, altrimenti non si realizzerebbe.
-        Un consiglio ai giovani d’oggi che vogliono avvicinarsi al mondo della sartoria
Inseguite i sogni, questo è un lavoro fatto di passione ed umiltà, senza questi due valori è inutile intraprendere tale carriera.


“Voce di popolo, voce di Dio”, dal 1970 ad oggi la camiceria “Santillo 1970” non ha fatto che conquistare un maggior numero di clienti e meriti. Apprezzata, come letto nell'intervista, in tutto il mondo, Gennaro Santillo con la sua camiceria famigliare  ha ridato l’importanza al lavoro dell’artigiano, del buon sarto e del gusto classico, sempre  più in via d’estinzione.
Ringrazio Gennaro e il suo personale per il lavoro e per la disponibilità dimostrata





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